Addio Ministro dello Sport, in attesa di un tecnico

Addio Ministro dello Sport, in attesa di un tecnico

Addio ministro dello sport, ora si attende un tecnico o un esponente del PD per risolvere i problemi

 

Addio ministro dello sport, così come riporta il giornale Repubblica.

Questo quanto statuito ieri dal neo premier, Mario Draghi.

Tra qualche giorno più innanzi, verrà scelto un sottosegretario con delega, come già avvenuto in precedenza.

Il mondo dello sport è in attesa delle future decisioni del neo presidente del Consiglio, Draghi, dopo esser pervenuti a conoscenza che nel nuovo team di  governo non è stato immesso il ministero dello Sport.

Il presidente della Federazione italiana rugby, Alfredo Gavazzi, è intervenuto spiegando quanto di seguito riportato:

“Ho una grande considerazione di Draghi come persona e come tecnico  quindi mi ispira tanta fiducia per quello che ha dimostrato nel passato. Non ci siamo confrontati ancora in questo senso, quindi staremo a vedere. La mancanza del ministero avrà una motivazione che però non conosco. L’unica cosa che so è che lo sport è un mondo importante, in Italia e anche fuori”.

Invece, il presidente della Federazione italiana canoa e kayak, Luciano Bonfiglio, ha dichiarato:

“Finora nessuno mi ha chiesto di fare il sottosegretario…”, scherza il numero uno della Fick, poi facendosi serio aggiunge: “Sono sempre portato a pensarla positivamente. Mi farebbe piacere che l’assenza di un ministero sia un segnale di riconoscimento a una maggiore autonomia del Coni. Non si può però perdere più tempo, come in altri settori importanti del Paese. Bisognerà definire chi fa cosa. Le Federazioni stanno vivendo un momento difficile: fra Coni, Sport e Salute e Dipartimento dello Sport, noi non sappiamo più a chi rivolgerci. Mi auguro che ci sia un intervento deciso e chiaro ascoltando anche il Coni per capire chi fare e che cosa”.

Il presidente della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito è fiducioso: “Personalmente non sono preoccupato . Ho sempre creduto che fosse il Coni l’istituzione preposta ad occuparsi di sport. Il governo Draghi, guidato da una persona così autorevole, saprà trovare la delega alla persona più giusta”.

 

La vatio di un ministero dello Sport “sicuramente è una novità”, dichiara invece, Marco Di Paola, presidente della Federazione italiana sport equestri. “Siamo rimasti stupiti di questa assenza, espleta il capo della Fise, Abbiamo molta fiducia nel presidente Draghi e siamo convinti che la scelta che farà sarà la migliore per aiutare lo sport a poter ritrovare la serenità che in questi ultimi due anni è mancata con evidenti ripercussioni nella gestione federale”.

 

 

Osserva con massima attenzione gli eventi il n.1 dello sport italiano, Giovanni Malagò, indaffarato in questi giorni a Cortina. 

L’auspicio è di avere un referente con cui poter esporre e che possa attivarsi per risolvere i numeri problemi.

Il Coni ha appena diffidato Sport e Salute, e lunedì potrebbe aprire un contenzioso legale: una fattispecie che si è trascinata per troppo tempo, per via della politica. 

“Il mondo dello sport ha grandissima fiducia nel Presidente Mattarella che da sempre ha mostrato attenzione e una sensibilità fuori dal comune. Del Presidente Draghi conosciamo bene la sua simpatia verso il nostro mondo e la sua credibilità. Non possiamo che essere contenti”, ha dichiarato Malagò in merito all’Esecutivo guidato da Mario Draghi che ha giurato questa mattina al Quirinale.

 La scelta di Draghi di cancellare il ministero non ha convinto tutti, infatti, l’onorevole, Simone Valente, dei 5 Stelle, ambisce da anni ormai al ruolo di ministro dello sport.

“Il ministro dello sport deve essere una priorità in un governo moderno, a prescindere da chi ricoprirà quel ruolo”, ha detto Valente, pignolo nel 2014 e nel 2018.

Ulteriormente il senatore Claudio Barbaro, ex Lega e Gruppo Misto, ora Fratelli d’Italia, sulla medesima lunghezza d’onda:

“Siamo di fronte a un’ennesima mortificazione per il mondo dello sport. Un settore devastato dalla pandemia con un miliardo al mese in fumo, un milione di posti di lavoro in pericolo, tanti cittadini che rischiano di non tornare a fare attività fisica nelle 100mila strutture sportive del nostro Paese, migliaia di associazioni sportive vicine alla chiusura: questo il quadro emergenziale che stiamo vivendo. E il nuovo esecutivo come risponde? Cancellando il Ministero dello Sport. Con un passo indietro repentino senza precedenti”.

 

 

Ieri sera, prima dell’Ufficialità dei nomi del “team di Draghi” già si vociferava la voce che in merito allo sport si sarebbe occupato un tecnico o che sarebbe toccato ad un esponente del Pd, con importante preparazione nel mondo sportivo.

Ogni partito spinge per inserire un proprio uomo nella medesima carica, si attendono aggiornamenti a riguardo.

 

La serie C guarda al futuro, pronto il “Piano strategico”

Altro problema rilevante:

Lunedì la Lega Pro propone il suo

“Piano strategico 2021-2024”,

“Il calcio che fa bene al paese” ha voluto rimarcare il presidente, Francesco Ghirelli, da poco riconfermato (senza problemi), fra i dirigenti sportivi più preparati e lungimirante.

Tutto lo sport italiano è in ginocchio:  si punta ad un piano di marketing che possa rilanciare i club, creando sostenibilità e non più incertezze.

“Il piano strategico sarà un cambiamento radicale”, afferma Ghirelli. La Lega di C, (4 club su 58 potrebbero stare con Sibilia), è radicata con Gabriele Gravina per le prossime elezioni della Figc, 22 febbraio, e Ghirelli avrà un ruolo centrale nel nuovo governo del calcio.

Si dovranno effettuare le riforme, non serve litigare come avvenuto fra Ghirelli e Sibilia.

Urgono i fatti!