Riconoscimenti dal Mondo sulle ricerche del cardiologo italiano, Giampaolo Palma, su Malattia Coagulativa da Covid-19

Il Dottor, Giampaolo Palma, ringrazia la Dottoressa Giapponese, Clara Kaeco Nayzoo, per aver contribuito a diffondere e rendere pubblico, mediante il proprio profilo Facebook, l’articolo tecnico-scientifico, redatto dal Dott. Palma, relativo ai risultati degli studi in malattia coagulativa covid-19.

Di seguito riportato il testo in GIAPPONESE:

昨日の夜幸いにもこの素晴らしい教授とお話しする機会をいただき、改めて教授のCOVID-19に関する考察、コロナウィルスの死亡や重篤化は肺炎に終始せずに、全身の多臓器に渡る炎症やそれに伴う血栓によるものであり、その予見やコントロールでこの疾患の管理がうまくいくことにつながることが理解できました。

瀬在 明先生が同様のことをこの疾患では起こっているとかなり早期からお話しくださり、Dダイマーなどの凝固系異常を指摘されていました。

血栓といえば納豆がよく持ち上げられ予防になるとされますが、お酢とか他にもいろいろありますし、納豆キナーゼだけでなくVitamin Dにも感染症予防ができることなどの理由でも取り上げられていましたが、Vitamin Dの摂取が少ないと感染症にかかりやすく、逆に多いと血栓などが出来たりカルシウムチャンネルが異常化したりするので、その摂取量も気をつけないといけないですね。サプリはうまくとれば苦手な食事からとれずに終わる成分の補給に良いので、まずは人間がどのくらいそれぞれの成分が必要なのかを調べてコントロールして欲しいし、なるべくなら風を通すために開けた窓辺で一定時間過ごしたり、食事でコントロールしてほしいと思います。

日本には高山先生や岡部先生はじめ頼りになるドクターがたくさんいらっしゃりますが、世界にはジャンパオロ教授がいます

LEGGI LA TRADUZIONE del TESTO ORIGINARIO IN ITALIANO:

CORONAVIRUS, CARDIOLOGO PALMA: “NON SOLO POLMONITE, TEMPESTA DI COAGULI”.

Di Luca Rossi

Milano, 23 apr. (LaPresse) – Secondo i primi dati delle autopsie in Italia, oltre una cinquantina in Lombardia, il coronavirus ” sembra che non sia una malattia che colpisce direttamente i polmoni, ma multiorgano. Più che di una polmonite, si inizia a parlare di un’ “infiammazione vascolare sistemica diffusa, che colpisce prima i vasi sanguigni”. Lo sostiene il cardiologo Giampaolo Palma, direttore del Centro Malattie Cardiovascolari Centro Trombosi Coagulazione a Nocera Inferiore – Azienda Sanitaria Salerno, da anni, dopo gli studi al Policlinico Università degli Studi di Parma. In un post su Facebook di alcuni giorni fa, il dottore parlava di un “errore iniziale di comprensione della patogenesi della malattia”. Al telefono a LaPresse, Palma ci tiene a sottolineare il “massimo rispetto” per i colleghi e ricercatori a tutti i livelli e confida: “Ho scritto un post su Facebook, che è diventato virale e poi alcuni miei amici ricercatori mi hanno detto che è arrivato fino a New York, in Perù e in Argentina, tanto che molti ne stanno parlando. Non me l’ aspettavo”.

“Quello che ho scritto è frutto dei miei studi e poi ho assistito a delle videoconferenze, con l” infettivologo Pierluigi Viale del Policlinico Sant’ Orsola-Malpighi di Bologna, e altri colleghi dell’ Emilia Romagna e della Lombardia”. Secondo Palma, “si tratterebbe di Malattia Coagulativa da Covid-19 per cui ci sarebbe una tempesta di microcoaguli con conseguente ipo-ossigenazione di tutti gli organi. Quindi, una malattia non solo dei polmoni. Al livello polmonare, dai reperti autoptici ci sarebbe una Tromboembolia polmonare (Tep) e una successiva tempesta di citochine, tossine infiammatorie, che portano il paziente in terapia intensiva, perché necessita di ventilazione assistita”.

Il ragionamento del dottore non è isolato. Anzi. “Alcuni giorni fa, sulla rivista della Società Americana di Ematologia la dottoressa Agnes Y. Lee parlava di questa malattia e della Coagulazione”, aggiunge Palma, secondo cui “c’è la conferma ufficiale in un documento della Società Europea di Cardiologia di martedì 21 aprile” che va in questa direzione, oltre a studi fatti in Cina “da Tang circa 40 giorni fa”. Insomma , riguardo al Covid-19, “la trombosi sarebbe una concausa, insieme all’ attivazione abnorme dei processi infiammatori di tutto l’ organismo con il rilascio abnorme di citochine”.

E non solo. Il cardiologo ricorda “che ci sono alcuni antinfiammatori approvati da Aifa, come l’idrossiclorochina, un anti-malarico, con uso off-label, al di fuori delle indicazioni normali. Importante per evitare la tempesta di coaguli anche l’ utilizzo di eparine a basso peso molecolare da somministrare ai pazienti, sia a domicilio che in ospedale, tranne nei casi di allergie e di malattie da sanguinamento”. Poi, mentre altri farmaci sono in fase di studio, fra quelli approvati dall’ Aifa, ci sono “l’ antibiotico azitromicina, in caso di sovrainfezione batterica, e tre nuovi antivirali inibitori dell’ enzima proteasi”.

Quindi, un ragionamento sulla fase 2. Secondo Palma, “è utile ancora continuare un po’ il lockdown. Quindi di non iniziare subito il 4 maggio, ma di aspettare 30-40 giorni da ora, per evitare ancora di più la diffusione dell’ infezione, ma continuare ancora a lungo non penso che sia possibile. Poi suggerirei di curare, quando possibile, i pazienti a domicilio, nelle prime fasi della malattia”. Mentre per il vaccino “non bisogna avere fretta. C’è una fase in vitro e di sperimentazione animale in cui siamo già, però occorre pazienza per la sperimentazione sull’ uomo. Non si sa se il virus determina immunità o no e poi ha notevoli capacità di trasformarsi, per cui il vaccino deve essere sicuro”.

Irs

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